Jenitori in Blue Jeans
Il problema con i colori, negli abiti come nella musica, sono gli accostamenti. Nel disco di debutto dei Fang Island la gamma cromatica è certamente accecante, ma il tutto si risolve in un grosso cesto di pennarelli sparpagliati a caso. In pratica Pop-punk e prog fosforescente; un mostro disegnato a pastelli con la testa di Brian Wilson appoggiata sulle gambe di Thin Lizzy e Journey. Il gioco regge appena tre canzoni, fino all’ottima e ammiccante Daisy. Ma la nausea per gli architravi barocchi e l’ottimismo traboccante arriva già da Sideswiper, roba che ancora aggi andrebbe bene per la sigla di Genitori In Blue Jeans. Chiedetelo a Kirk Cameron, sebbene lo sforzo creativo messo in campo sia notevole, la melassa e i buoni sentimenti rischiano molto spesso di ritorcersi contro i bravi ragazzi.
Labels: le recensioni che non mi pubblicano, olè
2 Comments:
fanno cagarissimo si
emi
ciao emi I fang Island sono vera merda ma il peggio del peggio è che ci suona il chitarrista dei Daughters, e che forse li lascia per questi imbecilli. olè olè
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